Innocenti Wine Experiences. Enoteca Ristorante Alle Murate
Premessa
Nel nome – Innocenti Wine Experiences. Enoteca Ristorante Alle Murate – si fondono passato e futuro di questo locale di Firenze Ma è, a mio parere, una fusione pericolosa. Mi spiego. Non essendoci l’ indirizzo nell’intestazione, via del proconsolo 16 r , si equivoca che il locale sia Alle Murate. Un invito ad andare nella sede delle antiche prigioni, che si trovano a qualche chilometro di distanza. Il tutto nasce da un atto di rispetto per le tradizioni dei nuovi gestori. Il locale prendeva il nome dal fatto che i precedenti gestori avevano iniziato la loro attività alle Murate. E avevano intitolato il locale a quel luogo. Spostatisi in via del Proconsolo, avevano voluto conservare lo stesso nome. Questi nuovi, al rispetto dell’architettura, dovuto nel centro storico di Firenze, hanno aggiunto la conservazione del nome del locale. Perciò, la prima cosa da dire è: Non andate alle Murate. Venite in via del Proconsolo 16r!
Innocenti Wine Experiences. Enoteca Ristorante ha riaperto a marzo
Innocenti Wine Experiences è un locale storico, Palazzo dell’Arte dei Giudici e Notai, con il ricordo di affreschi oggi solo in parte salvati, in cui si è conservato addirittura il profilo di Dante. Il locale ha riaperto a marzo , con una squadra di Poggibonsi composta da Gianni e Francesco Innocenti, due fratelli direttori, da cuochi e da camerieri. Nella presentazione è tangibile un bell’affiatamento, gentilezza, professionalità ,oltre ad una collezione di 1200 bottiglie di vino, un prosciutto di cinta senese da capogiro, raffinati finger food per accompagnare il bicchiere di vino. Tutto sta ad indicare che c’è una cura sia nella preparazione del cibo, sia negli abbinamenti possibili con il vino più adatto. Sessanta coperti per un locale su tre livelli, in cui il valore storico e artistico dell’edificio si sposa perfettamente con i criteri di qualità, stagionalità e ricerca che caratterizzano il menù e la carta dei vini ideati dalla nuova proprietà.
«Arriviamo sulla piazza fiorentina con grande rispetto per la tradizione enogastronomica che ha reso celebre la città, e consapevoli della molteplicità di pubblici di riferimento che un ristorante del centro storico può avere. Noi ci presenteremo per quello che siamo, con la nostra semplicità e la nostra serietà, con i valori in cui crediamo. Ci auguriamo che anche a Firenze, come è successo a Poggibonsi, il nostro locale diventi uno spazio in cui vivere un’esperienza, scoprire nuovi vini e creare relazioni» dicono Gianni e Francesco Innocenti.
L’enoteca I vini sono l’ingrediente protagonista di Innocenti Wine Experiences Alle Murate, lo si nota subito entrando: le pareti, tappezzate di bottiglie, sono il frutto di un infaticabile lavoro di scouting che i fratelli Innocenti hanno maturato in oltre 15 anni di ricerca nelle cantine e tra i produttori di tutta Italia, ma anche di Francia, Germania e Austria. La carta è un viaggio in oltre 1.200 etichette, sempre in movimento, tra piccole aziende con molte cose da raccontare, e realtà più affermate, che si sposano bene con la filosofia del luogo. Una selezione che cresce giorno dopo giorno in profondità e in maniera mirata e progressiva.
Vino e distillati sono disponibili anche da asporto.
Passione e conoscenza hanno contribuito a creare un mix di vini tradizionali e naturali, tutti accuratamente selezionati. Grazie alla presenza in sala del sommelier professionista Ivan Sepora, verranno valorizzati gli abbinamenti con i piatti proposti in menu. Si potrà assaggiare tutto, anche al calice
Dall’aperitivo alla cena Innocenti Wine Experiences Alle Murate sarà aperto tutti i giorni, dal martedì alla domenica, dalle ore 11 alle 23. Gli aperitivi – che verranno serviti nella sala principale del piano terra – saranno accompagnati dal menu “Per ogni momento” in cui compaiono selezioni di salumi e formaggi, quiche di verdure e delizioso pan brioche, oltre alle proposte del giorno, sfiziosi amuse-bouche sempre diversi e tutti da provare.
Pranzo e cena saranno serviti sia nella sala in cui sono state rinvenute le antiche strutture architettoniche romane del I secolo d.C, sia nei grandi soppalchi in cui ci si siede a pochi centimetri dagli affreschi trecenteschi recuperati durante i restauri all’inizio degli Anni Duemila. Il menu del pranzo “Oggi la cucina propone” ruota intorno ai sapori autentici e semplici (dal “Pesce bianco al vapore” con stracciatella e citronette alla “Crespella alla fiorentina” con ricotta, spinaci e noce moscata). La varietà dei piatti di pesce e verdure segue di pari passo la stagionalità, mentre le carni vengono selezionate dai migliori produttori locali. Lo staff preparerà quotidianamente pasta fresca, pane e schiacciata.
Per la sera, tre menu degustazione (40/55/75 euro) e à la carte, con piatti più strutturati come lo “Spaghetto con genovese di polpo” e la “Guancia di manzo, sedano rapa, chips di topinambur e bietola colorata”.In cucina e in sala, solo giovani professionisti
Storia del Palazzo dell’Arte dei Giudici e Notai In via del Proconsolo, il palazzo che ospita Innocenti Wine Experiences – Enoteca ristorante Alle Murate è un luogo ricco di storia e di suggestioni. Siamo a pochi passi dal Bargello e dalla Badia Fiorentina, nel cuore del cosiddetto quartiere dantesco, dove il Sommo Poeta nacque e abitò. Andando più indietro nel tempo, quando Firenze era Florentia, da qui passava la prima cerchia delle mura romane. Nel Quattrocento, il palazzo divenne sede dell’Arte dei Giudici e Notai, una delle corporazioni più influenti della Firenze medievale. Da qui anche la denominazione della via, intitolata al Proconsole, capo della corporazione e giudice delle dispute.
Nell’antica sala delle udienze, proprio al piano terra, già a partire dal Trecento venne realizzato un complesso ciclo di affreschi in cui comparivano le arti fiorentine e i loro simboli, e la città veniva rappresentata come la Gerusalemme Celeste. Le pitture rendevano omaggio a Coluccio Salutati, cancelliere della Repubblica Fiorentina e figura di spicco dell’Umanesimo, e celebravano i principali protagonisti della scena culturale dell’epoca: Dante, Boccaccio e Petrarca. Oggi le tracce di questo antico passato, grazie alla segnalazione della professoressa Maria Monica Donato, docente alla Normale di Pisa, e a un attento lavoro di recupero e ristrutturazione, sono tornate alla luce. Nel piano interrato sono riemersi pavimenti e strutture romane, ma anche pozzi e canalizzazioni che suggeriscono la presenza di un’antica gualchiera per la lavorazione della lana. Al piano superiore, le superfici pittoriche medievali sono state restaurate e con grande sorpresa si è scoperto che il passaggio dei secoli non aveva cancellato il ritratto di Dante Alighieri, sicuramente la prima raffigurazione che possediamo dell’autore della Divina Commedia. Il ritrovamento, avvenuto nel 2005, durante i lavori di ristrutturazione, suscitò grande interesse da parte della stampa e del mondo accademico. E oggi, quelle tracce del glorioso passato fiorentino continuano ad essere frequentati grazie alla creazione di questo locale.
Fotografia che passione!
La passione, unita ad un incontro con Anna Maria Amonaci, storica dell’arte e della fotografia, ha aiutato Stefano Di Puccio a realizzare la rassegna FOTOGRAFIA – Tracce Fiorentine. Si tiene nella sua storica trattoria I 4 Leoni a Firenze, a cominciare dal 7 marzo 2025 e fino al 15 marzo 2026. Sei fotografi si susseguiranno nel corso dei 12 mesi, mostrando le loro foto per la durata di 2 mesi ciascuno. Anna Maria Amonaci, curatrice della rassegna, li ha scelti di generazioni diverse, legati a Firenze per nascita o formazione: Franco Cammarata, Lorenzo Bojola, Massimo D’Amato, Lapo Pecchioli, Gianluca Sgherri e Mario Strippini. La location è motivata perché-come spiega Stefano- la permanenza dei suoi avventori per almeno mezz’ora seduti a mangiare, fa sì che ci sia tutto il tempo di guardare a lungo le foto, cogliendone più di un dettaglio. Una possibilità, questa che non c’è in una galleria, quando si va a vedere una mostra.
La fiorentinità-ci spiega la curatrice- si vede nei cieli delle foto, di un azzurro carico.
Inizia Franco Cammarata. Uno dei suoi “quadri” più belli è appunto un cielo terso azzurro “fiorentino” con bolle di sapone e, in secondo piano, la torre di Piazza Poggi. Stefano, che ha sistemato le foto nel locale, lo ha messo sotto un arco di mattoni che emerge in parete, dandogli così un’incorniciatura regale.
L’Artista ha l’abilità di scorgere linee nette create casualmente nell’ambiente che lo circonda. Col telefonino sempre a portata di mano ferma in immagini questi accadimenti che spesso scompaiono o che solo lui ha notato. Suscita meraviglia questa sua capacità. Dopo aver interpretato una prima foto, bella ma incomprensibile, ti metti davanti alle altre domandandoti “Che cosa mi vuole mostrare oltre quello che vedo alla prima?” Confesso che, per una foto, dopo averla guardata a lungo, ho chiesto l’aiuto dell’autore per vederne il secondo significato. Non si può considerare Cammarata un dilettante.. visto che fotografare non è la sua professione Ha usato da tempo macchine fotografiche tradizionali. Ora il cellulare, con un ottimo potere risolutivo, gli permette grandi ingrandimenti, oltre a metterlo in grado di cogliere subito ciò che gli appare, senza lunghe preparazioni.
Gli altri 5 fotografi fiorentini scelti da Anna Maria Amonaci si avvicenderanno nell’ordine sotto specificato
Da martedì 6 maggio Lorenzo Bojola, il cui lavoro esplora il rapporto tra uomo e paesaggio toscano.
Da martedì 8 luglio Massimo D’Amato, le cui immagini, tra documentazione e ricerca artistica, offrono uno sguardo profondo sulla condizione umana
Settembre, con inaugurazione mercoledì 10, vede protagonista Lapo Pecchioli.Il suo progetto nasce da un’esplorazione visiva della natura e dell’essenza umana attraverso la fotografia analogica.
A novembre, da mercoledì 5, Gianluca Sgherri combina, invece, pittura e fotografia in un viaggio attraverso suggestioni visive e un immaginario, metafora di un mondo in continua evoluzione.
Infine, la mostra di Mario Strippini, dal 14 gennaio al 15 marzo 2026. L’autore si interroga sul concetto di spazio e forma.
Anna Maria Amonaci, fiorentina, insegna Fotografia all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano. La collaborazione con Stefano Di Puccio nasce già nel 2005 con l’esposizione dello scultore Filippo Dobrilla e successivamente con quella di Gianluca Maver, con grandi foto esposte negli ambienti esterni alla trattoria.
Stefano Di Puccio, che dal 1995 gestisce I 4 Leoni, ha contribuito con passione alla valorizzazione del quartiere, promuovendo numerose iniziative artistiche come Settembre in Piazza della Passera, che ha animato la piazza dal 2002 al 2019, seguite da incontri e mostre, ultima quella del fotografo Carlo Fei. Promuovendo questa Rassegna, nata da un’idea di Anna Maria, Stefano contribuisce a mettere in mostra quel di più che fa, di una fotografia, un’opera artistica.
Immagine Italia & Co 18 del 2025
L’importanza della lingerie si tocca con mano alla fiera Immagine Italia & Co 18 , alla Fortezza da Basso di Firenze nel week end lungo di metà febbraio 2025. Domenica 16 la fiera è affollatissima. Significa che c’è richiesta . Ovviamente da una fascia di reddito medio-alta. In contrasto con le dichiarazioni assertive sulla classe media, secondo le quali essa è gravemente danneggiata economicamente.
Protagoniste di questa fiera, il più importante e qualificato evento internazionale dedicato alla lingerie, oltre duecento collezioni per l’autunno/Inverno 25/26, di cui il 43% provenienti dall’estero, a rappresentare la più ampia overview del comparto europeo.
Taglie curvy
E poi balza all’occhio, girando per gli stand, una cartellonistica che mostra un gran numero di modelle curvy. Se questo può far pensare alla migliorata accettazione a livello sociale, di un modello di femmenilità diverso, parlandone con un espositore capisco che il motivo è un altro. Il responsabile in fiera di Elomi (Lingerie up to all cup) mi dice “Fino a qualche anno fa il nostro principale cliente era l’America. Un cliente americano però mi disse che, tempo pochi anni, con l’affermarsi dei fast food e dei cibi confezionati, anche l’ Europa sarebbe diventata un ottimo cliente. E così è stato! Molte donne sono oggi più grasse a causa del cambiamento dell’industria del cibo e di certa ristorazione.”
Troviamo quindi una spiegazione del perché siano così numerosi i programmi televisivi che cercano di dissuadere dal mangiare cibo junk e consigliano il ritorno alla dieta mediterranea doc.
Nuovi Colori
Sono state organizzate 4 sfilate che hanno mostrato al meglio ai potenziali compratori l’ anteprima delle tendenze AI25/26 in campo lingerie preziosa. Nuovi colori verde oliva, marrone, rosso corallo dicono della tendenza a fare del pigiama anche una comoda mise da usare fuori dal letto. Se non altro, per il tempo di fare colazione.
La seconda sfilata ha rappresentato una novità di svolgimento, suggerita da Oscalito: il light motiv era le ore del giorno, in cui, ovviamente, si può indossare differenti indumenti. Ed era animata dall’incontro di due modelle durante il loro catwalk, cosa che teatralizzava la sfilata.
Una sfilata green
The green show ha visto sfilare una selezione di capi simbolo di rispetto per il pianeta. Va riconosciuto alle ditte l’impegno messo nel rendere sostenibili i capi prodotti, particolarmente difficile nel campo della lingerie dove sintetico ed elasticizzato sono usati più spesso che in altri campi del vestire.
I nomi:Ecofuture, Fraly, Hanro, Mey. Organic Basics,sans Complexe,Paris , Sofiaman. Cui si aggiunge Oscalito, ditta che dal 1936 ha sempre prodotto capi di fibre naturali, monofibra. L’attuale proprietario e direttore ha organizzato un gruppo di produttori di filati sotto il nome Slow Fiber. Il gruppo porta avanti una politica di reale sostenibilità, basata sulla produzione di filati rispondenti alla certificazione più avanzata, che permettono il riciclo dei capi confezionati con questi materiali, danno benessere a chi li indossa e garantiscono una maggiore durata dei capi, a tutto vantaggio del pianeta.
Grande protagonista il bra
In una conferenza affollata la speaker, appartenente al gruppo inglese Pudding, ha dato la consulenza sull’argomento Bra. Un assortimento di taglie e tipi nel negozio e la capacità di suggerire il modello giusto per il tipo di seno della cliente sono indispensabili per far crescere il fatturato. La speaker suggerisce di assortire il 50% del totale per la clientela abituale. L’altro 50% sarà ispirato a dati statistici, e coprirà il range dalla taglia più piccola alla più grande. Il gruppo Pudding organizza corsi di Bra fitting on line in Italiano per industrie e retail.
Presente in fiera anche lo stand Bye Bra, con modelli autoreggenti adatti a grandi scollature.
Calzini e calzettoni
Chi si sente più libera indossando calzini o calzettoni al posto del collant, in fiera trova una grande varietà di colori e di fantasie. Naturalmente l’assortimento è per donna e uomo. Sangiacomo anche per Kid. Andre anche Hosiery.
“Fuori dal coro”
Due espositori, Acquadicocco e Club Voltaire, li posso definire fuori dal coro perché il primo marchio confeziona giacche, cappotti e vestiti e il secondo costumi da bagno.
Il primo produttore si è unito ad una fiera di lingerie perché condivide il territorio di produzione con molta della lingerie italiana presente in fiera. Una scelta che ha fatto conoscere questo marchio, molto originale e ben costruito, al retail che vende, oltre alla lingerie, l’abbigliamento.
I costumi da bagno, di un leccese che usa fantasie molto interessanti e tessuto d’oro drappeggiato, trovano ugualmente clientela nel retail di intimo e abbigliamento, per il quale i costumi diventano body eleganti.
Stampa specializzata
Italia : Intima media Group / IPM Editoriale Moda Group SRL / Intimo Retail Ed. Farlastrada SRL
Francia : Fashionjobs.com
Russia : Lingerie Magazine
Antologia Scelta 2025 della Galleria Tornabuoni.
L’Antologia Scelta annuale, numero 37, riguardante l’arte moderna e contemporanea che è possibile trovare nel 2025 alle Gallerie Tornabuoni, è puntualmente uscita a dicembre 2024. Viene presentata prima alla Galleria di arte moderna e contemporanea di Firenze (Lungarno Benvenuto Cellini, 3), poi a quella di Milano (via Fatebenefratelli, 36) . Ma più che la regolarità e il sapiente lavoro di ricerca di Roberto Casamonti, il fondatore del business internazionale di Arte, e del gruppo di lavoro, comprensivo di due suoi figli, rimangono impresse le parole con cui egli ci presenta in conferenza stampa questo bel libro.
Si sente il suo reale oscillare fra la gioia della vendita, dopo un acquisto di opera d’arte che sicuramente apprezza, e il dolore del distacco che gli procura la vendita Non a tutte le opere è legato con lo stesso grado di affezione, e quindi non ne è sempre drammatico il distacco. Ma è certo che il grande numero di gallerie aperte negli anni in Italia, Francia, Inghilterra, America è indice di sue grandi capacità di intuire chi è artista anche prima della consacrazione ufficiale. A questo va aggiunto il maggior grado di apprezzamento per alcuni artisti rispetto ad altri, un insieme di cultura e soggettività identitaria, non prevedibile per qualcuno che non è lui stesso.
Ci ha raccontato un aneddoto riguardo l’acquisto di un quadro che gli faceva grande pensiero aver venduto. Qui è una storia diversa. Il quadro venduto era un dono ricevuto da suo padre. Roberto era agli inizi dell’attività, non aveva grandi capitali. Ma non ha mai dimenticato di volerne rientrare in possesso. Recentemente, durante la trattativa di acquisto di un nuovo quadro da parte di questo cliente, ha accettato di venderglielo se lui gli permetteva di riacquistare il quadro vendutogli molti anni prima. La transazione si è conclusa con soddisfazione di ambo le parti.
Fra una presentazione e l’altra di alcune opere, esposte in galleria e fotografate nell’Antologia, ci ha pure raccontato che i suoi figli lo invitano a non comprare più opere del 900. Loro acquistano arte contemporanea. Ok, dice Casamonti, ma io ho una predilezione per gli artisti del XXmo secolo, perché sono cresciuto fra opere del periodo, perché mi piacciono particolarmente e perché, in pratica, i soldi oggi li hanno più i miei coetanei che i giovani. Frasi dette con un elegante sorriso, senza polemiche.
La galleria è composta di due piani. Al primo piano trovano posto importanti opere del 900, a piano terra arte contemporanea.
Ai paesaggi è dedicata una parte significativa del percorso espositivo del piano superiore. Vediamo in mostra due tele di Plinio Nomellini, risalenti ai primi anni del XX secolo, Luna di ottobre, del 1900 circa, dove l’artista si concentra sull’effetto della luna sui canneti, e Pastore con gregge e pecore, di poco successivo, in cui la luce è dipinta con densità molto maggiore. E’ anche presente Carlo Carrà, tra le figure più eminenti dell’arte italiana del Novecento, con L’albero secco, 1962, e Ardengo Soffici, di cui è possibile ammirare due vedute toscane, Febbraio a Poggio a Caiano e Forte dei Marmi. Uno spazio reale e tangibile , quello di Lucio Fontana, si trova a piano terra in tre opere Concetto Spaziale rosso, del 1959; Concetto Spaziale bianco, con due tagli, del 1961 e Concetto Spaziale, Teatrino, blu del 1966. In maniera diversa affronta lo spazio Alberto Burri, in due opere del 1952, molto diverse fra loro: Tempera, composizione di velature e Senza Titolo, all’opposto, un quadro in cui il colore è inspessito con l’uso di vinavil, pietre, catrame e pezzi di iuta cuciti sulla tela. Aneliti che accomunano questi artisti dello spazio vengono espressi in parole dall’artista Piero Dorazio, grande sperimentatore. Egli afferma” Ho sempre pensato di fare una pittura astratta che potesse indurre nell’osservatore la sensazione che esiste nel quadro una dimensione che non è solo quella della superficie della tela, ma anche quella della mente, perché un quadro astratto può anche essere a più di due dimensioni. dato che la misura dello spazio non è fisica, ma individuale e psichica”
In Velocità d’automobile + luci (studio), realizzato attorno al 1913, Giacomo Balla, uno dei grandi protagonisti del Futurismo, sperimenta il tema del dinamismo. Attraverso linee dinamiche monocolori riesce a rappresentare visivamente il moto di un’automobile e le luci. L’altra opera, una tempera su carta dal titolo Balfiore – Motivo floreale per sciarpa (1925 circa), mostra la sua capacità decorativa. Alla moda infatti si dedicò fra il 1910 e gli inizi dei 30.
Due i dipinti di Ottone Rosai, maestro fiorentino che si è profondamente nutrito della vita urbana e che Roberto conosceva fin da piccolo per la frequentazione di suo padre con l’artista La prima, Concertino (Orchestrina), raffigura un piccolo gruppo di musicisti che si esibiscono in una composizione dallo spazio compatto e ben definito; nella seconda, Giocatori di biliardo (1959), Rosai immortala l’interno di una sala da gioco, sviluppando uno dei temi a lui più cari.
A testimonianza della produzione artistica di Alberto Savinio, intrisa di classicismo e di significati simbolici, ci sono Hector et Andromaque e Nettuno, risalenti agli anni ’30, dove i miti greci e romani sono riletti con una sensibilità moderna e inquietante.
L’Arte povera, a cui proprio in questi mesi la Pinault Collection alla Bourse de Commerce di Parigi riserva una mostra senza precedenti, è rappresentata da Coccodrillo e Senza titolo di Mario Merz, da un Senza titolo del 2000 di Jannis Kounellis, realizzato con farfalle e piombo, e da Pierpaolo Calzolari, Mario Ceroli, Michelangelo Pistoletto e Piero Gilardi. Presente anche Alighiero Boetti, di cui si presentano qui quattro opere, tra cui Mimetico del 1967 e il dittico Mettere al mondo il mondo del 1975. Questo artista si è sempre tenuto lontano dalla definizione Arte Povera, che non sentiva attagliarsi al suo modo di dipingere e ideare.
A Boetti la Tornabuoni Arte, nella sede di Roma, dedica l’esposizione Alighiero Boetti. Cabinet de curiosités.
Una sezione della mostra di Firenze è riservata agli artisti internazionali, con lavori di grande spessore storico e stilistico. Emergono il belga René Magritte, con la sua tela La gare (1922), frutto di un periodo profondamente influenzato dal Cubismo e dal Futurismo, e lo spagnolo Joan Miró, di cui Antologia scelta 2025 propone Oiseau (1972), un dipinto ad olio, acquerello, gouache e pastello che ne incarna perfettamente illinguaggio onirico, fatto di simboli astratti e colori vivaci. Non a caso è stato scelto per la copertina dell’Antologia Scelta che accompagna l’esposizione, a cura di Tornabuoni Arte. Il testo introduttivo, dal titolo Storia di una trasformazione annunciata, è di Gino Pisapia.
Aydan al Museo Bellini di Firenze con Antiche risonanze di Istambul
Aydan Uğur Ünal, ingegnere ed artista turca, ha scelto di portare i suoi quadri, riuniti in una mostra, dal titolo Antiche risonanze di Istambul, al Museo Bellini, in Lungarno Soderini a Firenze, dal 24 settembre al 6 ottobre 2024.
Nello stesso periodo a Palazzo Corsini, di fronte al Museo, si svolgeva la 33a edizione della BIAF, Biennale Internazionale dell’Antiquariato.
Sabb, Nuovo Barocco Surreale
I numerosi rimandi nei suoi quadri alla Storia, alla Mitologia e a personaggi quali Leonardo da Vinci rendono ragione di questa scelta temporale, ma non il suo stile , un unicum da lei battezzato Aydan Sabb, Nuovo Barocco Surreale. Pennellate dense di colori iridescenti, che rendono i suoi quadri dei bassorilievi, da cui i disegni emergono nella loro interezza solo dopo che lo sguardo li percorre con attenzione. La matericità insolita delle superfici mi ha spinto a chiedere all’artista il permesso di carezzare tali superfici. Trovandone sotto le dita il rilievo ipotizzato. Questi quadri sono volti a creare meraviglia e stupore, proprio come molte opere barocche. La tecnica usata presuppone una scientificità che permetta alle singole pennellate di comporre una sintesi , per chi guarda inaspettata. Vengono in mente le pennellate degli impressionisti, ma qui il compito è più difficile, per la tridimensionalità della pennellata. L’aggettivo surreale indica bene l’apparizione di un mondo riconoscibile ma anche volutamente deformato, per ricostruirne un fascino antico, popolato di miti e leggende.
Turchia, eccezionale bellezza
Questi quadri fanno conoscere al pubblico la eccezionale bellezza della Turchia, crocevia di popoli, culture, religioni, dove sono fiorite testimonianze artistiche quali le chiese rupestri della Cappadocia, il Corno d’Oro, estuario naturale invaso dal mare e luogo evocativo di memorie passate che rimandano all’antica Bisanzio-Costantinopoli. Ripensiamo ai mercanti genovesi e veneziani lungo le vie della seta, ai commerci con l’Oriente, alla torre di Galata, luogo di avvistamento dei genovesi contro i nemici , al genio di Leonardo da Vinci, che nel 1502 produsse un progetto per un ponte sul Corno d’Oro per incarico del sultano Bayezid II.
Protagonista la città di Istambul
E poi ci sono i Miti. Tanti, antichi, dalla madre terra Cibele alle imprese degli Argonauti alla ricerca del vello d’oro. Grande protagonista della mostra, però, rimane Istanbul, come indica il titolo scelto dall’Artista “Antiche risonanze di Istambul”. Questa città, adagiata con le sue moschee blu sul mar di Marmara, abbraccia due continenti, Europa e Asia, dei quali è riuscita a compiere una fusione religiosa e culturale. E’ stata cristiana e musulmana nel suo millenario passato che emerge oggi nei dettagli degli edifici e nei riflessi dorati del mare al tramonto. Aydan ricostruisce con grandi capacità il suo splendore.
88°Mostra internazionale dell’Artigianato
Si è tenuta l’88° Mostra Internazionale dell’Artigianato
alla Fortezza da Basso di Firenze dal 25 aprile al 1 maggio. Nota ai più come MIDA, l’esposizione dei 530 partecipanti si sviluppa su circa 34mila metri quadrati ed è arricchita da un palinsesto di eventi collaterali. Abbiamo mostre, convegni, laboratori didattici, lavorazioni dal vivo e workshop dedicati al mondo dell’artigianato nazionale e internazionale. MIDA 2024 è fiera certificata ISO 20121 come evento sostenibile.
“Nel 2018, abbiamo sollecitato Firenze Fiera a compiere un lavoro significativo per rinnovare e potenziare la Mostra internazionale dell’artigianato, ha detto in conferenza stampa Giacomo Cioni, presidente di CNA Firenze metropolitana. Ora stiamo vedendo i risultati di questo impegno: Mida si presenta oggi in tutto il suo splendore.”
E infatti, in contemporanea con la Mostra di cui ci sono tre piani del padiglione Spadolini e il Cavaniglia, si svolge, al complesso Monumentale, il Salone dell’Arte e del Restauro di Firenze.
Salone che è il principale evento fieristico in Italia nel campo della conservazione, del restauro e della valorizzazione del patrimonio artistico mondiale. Quella di quest’anno è la nona edizione Il 30 aprile, durante il MIDA, c’è stato un interessante Convegno di vari enti che concorrono al Restauro, Università, Opificio, ditte private. Insieme hanno elaborato un protocollo che, una volta firmato, li metterà in rete per utilizzare al meglio le competenze di ciascuna componente. Fra le varie iniziative del Salone, una Tavola Rotonda alla presenza anche degli studenti della Scuola di Architettura Unifi, per la redazione di un Capitolato speciale ed un prezzario regionale per gli interventi di restauro.
Il mondo della casa è un’altra novità di questa edizione. Si chiama ABITA, sottotitolo Mostra del vivere oggi. Si svolge nei padiglioni Arsenale, Basilica e Fureria e coniuga arredamento, architettura e design, ma anche tecnologie e servizi.
Nel padiglione Spadolini vi sono, come tutti gli anni, gli espositori di artigianato del gusto al piano attico, artigiani italiani di abbigliamento e accessori, oreficeria, gioielleria e bigiotteria, bellezza e benessere ecc. al piano terra. Artigianato internazionale con strumenti musicali dall’India, tessuti, bigiotteria, danze e rituali folcloristici dall’Iran, ceramiche da regioni al Nord della Cina, pietre semipreziose e marmi variegati dal Pakistan, tre grandi collettive di artisti cinesi, astucci di stoffa di tante dimensioni e fantasie dal Vietnam ecc. al sottosuolo.
Da segnalare, come artigiano italiano, Barbanera che ha creato gli strumenti per produrre pasta fantasia e centri tavola con il materiale con cui si fa la pasta.
Al padiglione Cavaniglia troviamo progetti selezionati e mostre per la valorizzazione dell’artigianato artistico contemporaneo internazionale. Si chiama I mestieri artigiani nel teatro la presentazione di pezzi storici dell’Archivio del Maggio Musicale. Si tratta di modellini di scenografie presentati nel lontano 1942 proprio alla Mostra dell’Artigianato, in ottimo stato di conservazione. Insieme a foto, bozzetti, documenti e costumi di scena, permettono un viaggio emozionale nel tempo e nello spazio dal forte sapore ‘vintage’. Si rivive un pezzo di storia dell’ Opera. Sempre al Cavaniglia esposta l’opera corale Notte stellata, 3 grandi riproduzioni tessili (450×350 cm) del celebre dipinto di Van Gogh, realizzata dalla comunità internazionale di «Feltrosa», il meeting dedicato alle arti tessili, a cura di Fabio Giusti e Eva Basile.
Alla Sala della Volta ci immergiamo in Viaggio in Italia. Artigianato e design, un percorso tra bellezze paesaggistiche e architettoniche della Toscana e dell’Italia in video e oggetti di design e manufatti d’artigianato eseguiti in quei luoghi. La mostra, promossa da Fondazione CR Firenze, è realizzata da Associazione Osservatorio dei Mestieri d’Arte (OMA) in collaborazione con Associazione per il Disegno Industriale, Delegazione Toscana(ADI). L’iniziativa esplora l’affascinate tema del viaggio lungo la nostra penisola. La Vespa e la Bicicletta esposte sono in parte rivestite di cuoio e corredate da borse portabagagli studiate per non ostacolare la dinamica del moto. Il tutto di una straordinaria eleganza. Ci sono poi, racchiusi in un espositore a forma di barca, lavandini di materiali pregiati quali marmo e travertino, creati per arredare gli Yacht, un copri timone di cuoio bianco e rosso, delle poltrone dal design coraggioso. Una scultura multicolore è composta di poligoni di materiale fonoassorbente, montati a grappolo . Abbassare il rumore di un ambiente con una scultura è un connubio fra tecnologia e bellezza che si può considerare geniale.
La Scuola le Arti Orafe (LAO) allestisce, nel suggestivo spazio della Polveriera, Le arti orafe: Formazione e oreficeria contemporanea, un’area dedicata alla didattica con la presentazione dei lavori realizzati da studenti e docenti. Mostra le opere di tre artisti-orafi selezionati per il concorso internazionale PREZIOSA YOUNG. In programma un calendario di lavorazioni dal vivo con i maestri orafi e gli allievi che eseguiranno lavorazioni di incassatura, incisione, smalto, modellazione cere, CAD e disegno del gioiello. Si danno informazioni su corsi di diversa durata che è possibile seguire nella Scuola.
La moltitudine dei visitatori trova nel Piazzale centrale la Corte dei sapori e può gustare cibo da strada con specialità enogastronomiche italiane e multietniche. Per i più tradizionalisti al Piano Attico è invece allestito un accurato self service, dove si può mangiare comodamente seduti a un tavolo.
Data la vastità di argomenti illustrati, di cui mi sono limitata a descrivere quelli cui ho partecipato, ritengo una scelta strategica avere organizzato questa mostra in un periodo di vacanze. Gli organizzatori, comprendendo la impossibilità di visitare tutto ciò che era racchiuso in fortezza in un giorno solo, hanno dato ad ogni visitatore la possibilità di acquistare tre biglietti ad un prezzo scontato.
Foto centrale di Stefano Casati
Cohousing: una nuova economia della casa a Firenze
L’abitare nel centro di Firenze prima dell’emergenza Covid
Descriviamo brevemente cosa è successo (prima dell’emergenza Covid) per l’abitare nel centro di
Firenze. Poche case di proprietà pubblica restaurate dal Comune, molti acquisti di immobili pubblici da
privati che ne fanno residence di lusso, alberghi o più modestamente camere con bagno molteplici per
affitti brevi. Qualche persona anziana con casa di proprietà si può ancora trovare, ma spesso, quando
queste persone muoiono, gli eredi la destinano ad affitti brevi.
Così la città tende a trasformarsi in un anonimo dormitorio, percorso da una popolazione internazionale
di passaggio, che si sposta fra un museo e l’altro e poi riparte.
Una nuova politica dell’abitare è necessaria.
Un gruppo di persone che amano Firenze e vogliono abitare in centro ha pensato di costituirsi in Comitato
che esca dalla logica: o denaro pubblico o denaro privato per gestire l’abitare.
Abbiamo pensato a una diversa economia della casa, un modello pubblico-privato che, se realizzato in
vari esemplari, permette di frenare lo smantellamento della vita cittadina e la gentrificazione a tutto
vantaggio sia della popolazione anziana, che lamenta il degrado e la mancanza di servizi, sia dei giovani,
che trovano proibitivi i prezzi degli affitti di case in centro.
La proposta del Comitato Cohousing a Firenze.
Questa è la proposta: una Istituzione (Comune, Regione , Asl) individua un immobile pubblico
inutilizzato perché da restaurare e, in mancanza di soldi pubblici, invece di metterlo in vendita, lo affitta a
cittadini che versano ciascuno una quota per restaurarlo. Lo si può considerare un crowdfunding
spontaneo, di cittadini che vogliono contribuire alla conservazione di questa splendida ma fragile Città,
patrimonio dell’umanità, frenandone l’alienazione.
Il restauro, fatto in vista di abitarvi in Cohousing, è quanto di meno invasivo si possa pensare. Il
Cohousing, per come organizza l’abitare, non snatura gli edifici perché abbisogna di spazi piccoli per
appartamenti privati, e spazi grandi per svolgervi attività collettive, a seconda del regolamento che si da il
gruppo.
La città verrebbe così animata da gruppi intergenerazionali di abitanti stanziali, cittadini della città,
interconnessi fra loro e con il quartiere, e l’immobile da essi occupato resterebbe patrimonio pubblico,
riutilizzabile per nuovi abitanti, per morte naturale e comunque allo scadere del contratto di affitto.
Il progetto è innovativo ed ha bisogno di un gran numero di adesioni per riuscire a realizzarsi con l’aiuto
delle Istituzioni. E’ per questo che è opportuno che coloro che sono interessati al progetto si colleghino con
il nostro Comitato Cohousing a Firenze. Riceveranno il supporto per apprendere come relazionarsi nel gruppo e
superare i conflitti. Il Cohousing è l’arte di vivere insieme e va costruito con la scienza che regola i rapporti umani.
Il Cohousing può essere fatto in qualunque luogo, non solo a Firenze.
Naturalmente può essere fatto anche in campagna, dove è più facilmente
realizzabile perché i i prezzi degli immobili sono notevolmente più bassi. Grazie alla nostra esperienza,
aspiranti Cohousers di città o di campagna saranno aiutati alla realizzazione di un abitare che ha come
caposaldi la condivisione, l’aiuto reciproco, la comunicazione, l’ascolto e lo stare insieme in modo
gioioso…e a costi più contenuti!
Vuoi migliorare il clima? Attento a come ti vesti.
Da Slow food a Slow Fiber
Vuoi migliorare il clima? Attento a come ti vesti. Questa affermazione si chiarisce leggendo il libro Vestire buono, pulito e giusto, pubblicato da Slow food Editore. Lo ha scritto Dario Casalini, docente universitario di Diritto Pubblico, dal 2013 passato a dirigere l’azienda di famiglia che produce maglieria e Intimo di lusso da più di 80 anni. La passione per studio e ricerca, trasferita nel campo tessile, lo ha portato all’idea di un libro gemello di Buono, pulito e giusto (2005) di Carlo Petrini, gastronomo, attivista per una nuova cultura del cibo. Dario incontra lui e Carlo Bogliotti, a.d. di SLow Food Editore, e spiega loro che la filosofia e i principi sottesi al libro di Carlo e a Slow food si adattano perfettamente al tessile. Basta dare a buono il significato di “bello” nel senso di indumento che crea benessere, mentre gli altri due aggettivi hanno lo stesso significato nei due contesti. Ad essi si aggiunge, per i vestiti, il concetto di durevole, che ovviamente non si adatta al cibo, ma è estremamente importante per gli indumenti, per contrastare la modalità usa e getta con cui vengono prodotti e che è causa di grandissimo inquinamento. L’idea è accolta con grande entusiasmo. I due ben felici di pubblicare il libro. “In più -racconta Dario Casalini- uscito il libro nella primavera del 2021, Carlo mi ha chiesto espressamente di creare la Slow Food del tessile e da lì, parlando con i vertici di Slow Food abbiamo creato Slow Fiber depositando il contratto di rete nel novembre 2022.”
No alla Fast Fashion
In breve tempo al movimento Slow Fiber hanno aderito 21 produttori di filati. Casalini si augura di attrarre anche l’alta moda. Non la Fast Fashion, abiti a basso costo di produzione e vendita, immessi nel mercato in continuazione, confezionati con materiale scadente. Essendo Fast, è agli antipodi di Slow Fiber, che predilige tessuti di fibre naturali, a componente unico, riciclabili al 100%. Capi fatti per durare, riutilizzabili e riciclabili e quindi a basso inquinamento ambientale.
Un suggerimento ai giovani attivisti
Questa visione della realtà produttiva deve arrivare ai giovani. Quelli di loro che sono coinvolti in una militanza totalizzante per il bene del pianeta devono cambiare strategia. Chiedono alle multinazionali di non utilizzare più i combustibili fossili. Si incollano una mano sul vetro di un quadro famoso dentro i Musei, oppure bloccano il traffico, o ancora imbrattano con vernici (lavabili) la facciata di un edificio storico. Dimostrando un grande impegno, che si ritorce però contro di loro. Infatti i benpensanti(mica tanto), incapaci di proiettare i dissesti dell’oggi nel futuro, vedono in queste azioni soltanto una lesione all’immagine dell’Italia, che porta danni economici, e quindi le condannano. E poi, un’altra considerazione. I combustibili fossili sono gestiti dai pochi big della finanza, che soli hanno l’ingresso nella stanza dei bottoni. Neppure i governi nazionali riescono a modificare questo business miliardario. Figuriamoci un gruppo di ragazzi! E invece una gestione oculata di cibo e vestito , a livello individuale, e un proselitismo esteso ai coetanei, possono portare alla formazione di una massa critica che, senza scomodare chi comanda, diminuisca l’inquinamento con azioni e scelte individuali di molti.
L’Europa quantifica i rifiuti
E’ di questi giorni l’informativa dell’Europa su rifiuti di cibo e di tessuti Vengono prodotti annualmente in UE 60 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari e 12,6 milioni di tonnellate di rifiuti tessili. Cui si aggiunge che meno dell’1% dei tessuti di tutto il mondo viene riciclato in nuovi prodotti. Quindi questi settori possono, se adeguatamente impostati nella direzione di minori scorie e maggiori recupero, riuso e riciclo, migliorare grandemente la salute del pianeta.
Un problema strutturale
Lo studio di Casalini, che per primo ha colto lo stretto legame fra il business del cibo e quello della moda, mette in luce un problema strutturale. Questa nostra società dei consumi è improntata ad un liberalismo che non conosce altra regola che quella del profitto. Un profitto da ottenere subito, senza proteggere l’ambiente e i lavoratori con una programmazione pluriennale che restituisca alla natura l’equilibrio alterato dalla produzione.
Una via da seguire
Carlo Petrini prima, ed ora Dario Casalini, tracciano una via da seguire per recuperare l’ambiente e la dignità del lavoro. A questo devono improntare le battaglie i molti giovani impegnati nel cambiamento.
Taste 17, la gioia degli assaggi.
Grande affluenza a Taste, la Fiera dai molti assaggi, che ha aumentato quest’anno gli espositori di ben 150 unità rispetto all’ultimo salone. In totale raggiungendo il numero di oltre 650.
Come visitare un’esposizione di siffatta ampiezza?
Quest’anno ho individuato alcuni prodotti inusuali, realizzati in maggioranza da piccoli produttori, in un connubio fra scienza ed arte come tutti in questo salone, e mi sono fatta raccontare le storie collegate alla loro produzione.
Cominciamo dall’aceto di vino.
Facciamo parlare chi lo produce, i Mastri Acetai “A Menfi, in un territorio della Sicilia occidentale, particolarmente vocato alla coltivazione della vite, abbiamo deciso di investire le nostre risorse, dedicandoci alla produzione di aceti di qualità, riversando l’esperienza vinicola nel settore dell’acetificazione. La sapienza dei contadini, preziosi custodi di antiche tradizioni ed il ricorso a moderne tecnologie hanno permesso di ottenere degli aceti robusti o delicati ma sempre caratterizzati da una forte personalità.” Non sono gli aceti di vino industrializzati, che vengono fatti a partire dall’ acetificazione o dalla distillazione di vini deteriorati o peggio ancora andati a male. Particolarmente equilibrato l’aceto che proviene dal marsala, che si può assaggiare anche da solo.
Passiamo allo zafferano.
Presente con RossoPuro, un’azienda giovane. Nata nel 2018 in Toscana per l’entusiasmo di Lorenzo Firenzani, produce e lavora zafferano puro in stimmi di alta qualità da destinare alla preparazione di piatti speciali.
Lavoratti 1938, Varazze.
È un cioccolato che nasce da gesti pazienti, lavorato con passione e semplicità per accogliere i sapori e i profumi del Mediterraneo. E’ presentato in confezioni in cui le tavolette sono vestite da libriccini, raccolti a gruppi con lo stesso gusto base. E’ stato proprio questo design alquanto intrigante ad attirare la mia attenzione. Un assaggio ha rivelato la indiscussa qualità del prodotto. La storia recente del marchio si lega ai nomi di Davide Pietrini e Fabio Fazio, che nel 2020 hanno rilevato questa azienda ligure che esiste da 80 anni.
Emporio vegetale Torino
Emporio Vegetale è una proposta di preparazioni gastronomiche e piatti pret à manger a firma dello chef Antonio Chiodi Latini. Ingredienti accuratamente scelti e lavorati senza utilizzo di conservanti. Cotti a bassa temperatura, in modo da preservare al meglio i colori, la texture e l’essenza delle verdure.
Simposio
I prodotti a marchio Simposio Gastronomia storica sermonetana sono un vero e proprio sistema di cucina. Riescono ad enfatizzare sapori se utilizzati singolarmente o a creare piatti unici nel loro genere se utilizzati insieme. Sono condimenti che danno modo di realizzare pietanze veloci essendo concepiti per l’utilizzo a crudo, su pasta, pesce, carne e verdure. Vengono proposti all’interno dei menù dei due ristoranti “Il Giardino del Simposio” e “Il Simposio al corso” siti in Sermoneta. Imparare come vengono usati val bene un viaggio per visitare i ristoranti! Prodotti di punta il Trombolotto, limone autoctono Sermonetano( nome scientifico “Citrus Limon Cajetani”) ed il Balsamico di Visciole, da utilizzare come condimenti per piatti a base di carne, pesce, verdure e pane. Dettagli su www.trombolotto.it Con le visciole fanno anche una marmellata di sapore antico, lievemente acidulo, per niente stucchevole. Una rarità. Pochi sono infatti gli alberi di Amareno (Prunus Cerasus) oggi coltivati.
Si discute di Fermentazione.
Oltre a mostrare produzioni per lo più di nicchia, Taste, come è noto, è anche un interessante luogo di discussione fra addetti ai lavori e distributori, sotto la guida di Davide Paolini. Interessante l’argomento fermentazione, trattato in questa edizione, perché riguarda molti alimenti come il pane, il cioccolato, la birra, il vino, gli aceti. Sono stati approfonditi i vari aspetti produttivi con l’aiuto di uno scienziato, il professor Duccio Cavalieri, presidente della Società mondiale di studi sulle fermentazioni e lievitazioni. Sono intervenuti anche Alessio Tessieri (Noalya), Marco
Caprai ( Azienda vinicola Caprai), Edoardo Tilli (Podere Belvedere) e Simone Chiappini.
Premi Il Forchettiere 2024 attribuiti in sede Taste.
Alla quarta edizione il premio che celebra l’eccellenza fiorentina e toscana del Catering porta lo stesso nome della pubblicazione di informazione gastronomica Il Forchettiere. I premi sono attribuiti, durante Taste, al Piatto dell’anno, il ristorante green dell’anno, la Pizza dell’anno, il personaggio dell’anno e il Cocktail dell’anno.
New egg:l’arte nel mondo dei pollai.
Giannoni & Santoni, realtà specializzata nella progettazione di spazi e opere ad alto valore artistico, presenta la mostra New egg: un’inaspettata collezione di pollai domestici, oggetti che travalicano i confini tra arte, design e architettura, pensati dall’ironico duo Vedova Mazzei, con la direzione artistica di Nicolas Ballario. Il progetto vede inoltre la collaborazione di Paolo Parisi, uno dei più apprezzati produttori al mondo di uova di alta qualità. Dopo il debutto in occasione dell’ultima edizione di Artissima a Torino, è arrivata in esclusiva a Firenze per il pubblico di Taste.