Il calcio storico e la sua storia
Uno degli spettacoli capaci in maggior misura di descrivere la “fiorentinità” è senza dubbio il Calcio in Costume. Si ispira alla Storia della città, alla moda rinascimentale, ad un attaccamento alla tradizione che ha permesso una rievocazione puntuale di come si svolgeva questo sport.
Quella che i calcianti giocano ogni 24 giugno nella suggestiva e affollata Piazza Santa Croce riproduce la partita giocata il 17 febbraio 1530, durante l’assedio della città da parte delle truppe dell’imperatore Carlo V, chiamato dal Papa Clemente VII per ripristinare il governo dei Medici, cacciati dalla città in seguito a rivolte popolari.
I Fiorentini, affamati da più di 6 mesi di assedio, decisero di …farsi una partita in Piazza Santa Croce, sotto gli occhi delle truppe schierate sulle colline circostanti. Una dimostrazione di fierezza, un’azione beffarda di sfida all’Imperatore.
Che cosa è cambiato
Ogni anno la partita è preceduta dal Corteo Storico in Costume. Infatti i giocatori del Rinascimento erano selezionati fra le famiglie nobili ed indossavano fastosi costumi, degni ancor oggi di essere mostrati.
Agli anni ’80 risale l’introduzione in Corteo delle Madonne Fiorentine, che indossano abiti ispirati ai quadri di personaggi rinascimentali illustri e influenti a Firenze. L’abito della Capogruppo delle Madonne fiorentine è quello de ‘La Bella di Tiziano’, sconosciuta nobildonna raffigurata da Tiziano in un quadro della metà del Cinquecento, oggi esposto alla Galleria Palatina.
Un progetto in tempo di Covid
Ed è a proposito di questo abito che si è risvegliata una nuova sfida “fiorentina”, in un periodo che molti, a causa del Covid 19, definiscono di guerra: realizzare una nuova versione dell’abito de ‘La Bella di Tiziano’, da sostituire al costume omologo, che nel tempo aveva subito parecchi rimaneggiamenti. Si può parlare di sfida perché alle capacità sartoriali delle artigiane doveva unirsi “l’attinenza filologica dei materiali e delle tecniche di realizzazione”, come affermato da Filippo Giovannelli, Direttore del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina e del Calcio Storico Fiorentino
Allo scopo è stato creato, nello spazio NOTA, un corso di sartoria, della durata di 40 ore, tenuto dalla docente di sartoria storica Vittoria Valzania e rivolto a sarte desiderose di apprendere tecniche antiche. Il progetto, sostenuto da Fondazione Cassa di Risparmio con altre fondazioni bancarie, OMA e NOTA, ha voluto porre attenzione al comparto artigiano, così gravemente colpito, permettendo a dieci esponenti di esprimere la loro professionalità e, nel contempo, avvicinarsi a nuove pratiche.
Non è stato un semplice rifacimento dell’abito cucito oltre trent’anni fa. Il nuovo ha migliore vestibilità, un tessuto più leggero, uno stile più armonizzato con gli abiti delle altre Madonne fiorentine del Corteo.
Riccardo Penko, figlio di Paolo, ha prodotto gli orecchini, in argento dorato, realizzati completamente a mano, secondo le antiche tecniche della tradizione orafa fiorentina. La forma dell’orecchino richiama quella de ‘La Bella di Tiziano’. Il giovane e bravo orafo vi ha aggiunto, sulla faccia posteriore, un fiore traforato ben augurante. La cintura in stoffa è stata reinterpretata, introducendo lungo l’intreccio dei velluti sette cerchi dorati e traforati con motivi geometrici ispirati al Rinascimento, uno diverso dall’altro, per impreziosire l’importante accessorio.
Ricadute del progetto sui giovani artigiani
Alla presentazione ad autorità e giornalisti dell’abito finito, pronto per la donazione, Oliva Scaramuzzi, Consigliera di Fondazione CR Firenze, ha detto “La donazione di quest’abito acquista oggi un significato importante di valorizzazione delle tradizioni popolari in un momento in cui la pandemia ha limitato le manifestazioni rievocative della memoria storica. Questa iniziativa è stata un’occasione importante di specializzazione sul tema della sartoria. È anche il segnale di un efficace lavoro di squadra fra le varie realtà del territorio per dare opportunità lavorative ai giovani. Siamo infatti consapevoli che il valore del nostro passato unito alla creatività propria delle nuove generazioni riesce a tramandare quella bellezza del fatto a mano che è una delle grandi risorse per la rinascita del Paese”.
La Bella di Tiziano |
Abito Madonna, spazio NOTA. ph. Stefano Casati |